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| TAV-NO TAV gli inglesi come al solito sono un capitolo aparte. Pochi giorni fa si sono levate autorevoli le proteste della Corona contro la progettata linea Alta Velocità fra Londra e Birmingham; la line a passerebbe nel bel mezzo di tenute dove vengono allevati i tanto amati cavalli da corse della Reegina che subirebbero cosi un grave disturbo a causa del rumore.
Di tutt'altro avviso il parlamento il quale si appresterebbe a varare una legge anti-proteste.
Il governo inglese vuole vietare la mobilitazione locale contro i progetti delle grandi opere con una nuova legge, il «Planning Bill», che sarà votata (e quasi sicuramente approvata) oggi. D'ora in poi sarà un comitato di esperti - nominati dal governo - a decidere dove collocare ferrovie ad alta velocità, rifiuti, etc. Vietato protestare.
La Stampa on-line di oggi di oggi ha pubblicato una corrispondenza da Londra di Vittorio Sabadin: «Svolta inglese con la legge anti-proteste: Il governo vuole vietare la mobilitazione locale contro i progetti delle grandi opere».
E questo è l’incipit: «Per la prima volta, uno Stato democratico impedirà ai cittadini di fare valere le loro proteste quando un’autostrada, un aeroporto, una ferrovia, una centrale nucleare o un impianto eolico deve essere costruito sul loro territorio. E’ la fine di una espressione tipicamente inglese, ma diventata abituale in tutte le democrazie: «not in my backyard», non nel mio cortile, che in Italia è stata applicata all’alta velocità della Valle di Susa come agli inceneritori dell’immondizia di Napoli, per non parlare di quando si riaprirà seriamente il dibattito sul ritorno al nucleare: sono opere sicuramente necessarie, ma–per favore–fatele da un’altra parte».
Resta da stabilire quanto siano davvero forti i poteri che hanno bisogno di leggi sempre più antipopolari per difendere i cittadini dal loro preteso egoismo.
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