nanni |
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| Kary Mullis è premio Nobel per la scoperta della reazione a catena della polimerasi (se si dice così) e devo dire di esserne rimasto davvero sconcertato dal suo libro, il che era certamente uno degli obiettivi dell'autore. Ma anche qua e la, allarmato -In che mani siamo messi?-. Tra le varie cose si schiera con Duesenberg nel sostenere che non sia provata una relazione tra il virus HIV e l'AIDS, cosa sulla quale mi ero già fatto un'opinione precisa ma ora sento comunque l'esigenza di informarmi meglio. Poi propone di rivalutare l'astrologia (affermando di aver prove statistiche che funziona davvero) oppure rileva molto maliziosamente come la campagna sul buco nell'ozono, culminata con il divieto di usare freon, sia coincisa con la scadenza del brevetto (americano!) sulla stessa sostanza... Insomma ce n'è per tutti, la scienza ufficiale e l'ambientalismo catastrofista, i politici, i burocrati e gli avvocati (che nascono da uova e divorano i loro piccoli, purtroppo non abbastanza) Il tutto condito con episodi autobiografici che gettano seri dubbi sulla sua salute mentale (Che pensare di un individuo che si aggira per un boschetto, fortunatamente deserto, urlando e sparando con una mitraglietta, perché ha il sospetto di avervi avuto un incontro con alieni e vi prova un'incomprensibile angoscia?) Eppure costui, oltre a scrivere in modo davvero brillante, sembra sapere di cosa parla, almeno fino a dove riesco a seguirlo... Una specie di Jay Gould che ha esagerato con LSD. E poi il premio Nobel lo ha vinto davvero... Ed è davvero divertente da leggere. Nanni
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