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Il papiro di Artemidoro

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Aryanna...
view post Posted on 19/3/2008, 01:06     +1   -1




ehm... grazie! ;)
 
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odalisca
view post Posted on 19/3/2008, 15:17     +1   -1




Grazie a te Ary,
m'inchino alla la tua cultura e conoscenza! image

altro che certi libbri .... :fisch.gif:
 
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Aryanna...
view post Posted on 19/3/2008, 15:20     +1   -1




Ma che t'inchini a fare, Oda carissima? :P E' semplicemente il mio mestiere...
Piuttosto, vediamo di seguire gli sviluppi del giallo papirologico... :shifty:
 
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odalisca
view post Posted on 19/3/2008, 15:51     +1   -1




per me quello dell'insegnante non è esattamente un mestiere :)

e al giallo papirologico son troppo ignorante per dare qualche contributo: cerchero' di imparare
 
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Aryanna...
view post Posted on 19/3/2008, 20:18     +1   -1




Uh, ma guarda cos'ho trovato, Oda! :)

http://it.wikipedia.org/wiki/Papiro_di_Artemidoro

Per una prima infarinatura sull'argomento è l'ideale...
 
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Aryanna...
view post Posted on 19/3/2008, 20:34     +1   -1




Assolutamente stroncante il giudizio di Aristide Malnati, che potete leggere qui:

Il papiro di Artemidoro

Ve lo trascrivo:

"Uno scandalo scientifico-culturale si è consumato in questi ultimi mesi e sta arrivando a conclusione, puntualmente ripreso e ampiamente commentato da importanti testate giornalistiche: il papiro cosiddetto di Artemidoro, troppo presto attribuito a questo geografo del II sec. a. C. nativo di Efeso, è quasi certamente un falso, redatto da un antiquario greco (Costantino Simonidis) attorno alla metà dell'Ottocento.
A denunciare lo svarione di studiosi, evidentemente poco attenti al rigore scientifico con cui si deve affrontare un testo, nella fretta sconsiderata di favorirne la promozione mediatica, è l'insigne papirologo e grecista Luciano Canfora (Ordinario di Filologia greca e latina all'Università di Bari) con un dotto e inconfutabile articolo ("Postilla testuale sul nuovo Artemidoro" nel numero di Ottobre 2006 di "Quaderni di storia"), anticipato nello scorso settembre dal Corriere della Sera e poi oggetto di commenti e di ulteriori approfondimenti, che ne hanno definitivamente suggellato la validità. Dunque ciò che da tempo circolava negli ambienti accademici e negli istituti di Papirologia è emerso in tutta la sua gravità e in tutto il suo appeal mediatico: l'acribia filologica e il rigore scientifico di Luciano Canfora hanno smascherato con prove inconfutabili le tesi di Claudio Gallazzi e di Baerbel Kramer, autori dell'affrettata identificazione. Come detto, in realtà il testo fu steso sul papiro da un falsario del XIX secolo, appunto Costantino Simonidis, che con la propria abilità di copista era solito trarre in inganno studiosi di mezz'Europa (sua è anche la falsificazione di una lettera di Teopompo, che sembra a un primo approccio autentica). Probanti ed evidenti appaiono le ragioni addotte da Canfora e dal suo allievo Stefano Micunco a sostegno della loro tesi: errori, banali o notevoli, presenti in gran numero nel testo; i passi del testo (che qui sarebbe testimoniato per la prima volta e che quindi non può essere comparato) simili a quelli di altre opere falsificate da Simonidis; la stranezza per non dire l'impossibilità che l'impiego di un papiro possa durare tre secoli ed avere tre fasi ("le tre vite del papiro di Artemidoro", si è pomposamente e troppo precipitosamente affermato); i disegni
aggiunti del tutto simili a figure realizzate altrove dal nostro falsario; la mancanza di tracce di gesso appartenuto al cartonnage di mummia, di cui il papiro è ritenuto aver fatto parte. A simili constatazioni incontrovertibili mi permetterei di aggiungere il tratteggio delle lettere, il cui disegno impacciato ne rivela l'artificiosità della realizzazione, sicuramente dovuta a una mano moderna; a tal proposito, nel presentare l'importante reperto sulla rivista "Archiv fuer Papyrusforschung", i papirologi incaricati della sua pubblicazione hanno prontamente notato come la grafia del manufatto costituirebbe un "unicum" tra le scritture greche testimoniate in antico, con lettere e 'ductus' del tutto anomali, ma hanno ritenuto irrilevante una simile caratteristica.
Nel numero di "Quaderni di storia" di Gennaio 2007 mie osservazioni paleografiche, in un contributo firmato insieme al papirologo Arturo Moretti e in un secondo contributo a mia unica firma, dimostrano la pochezza paleografica di Gallazzi e Kramer, che hanno addotto paralleli grafici assolutamente fuori luogo; e mostrano come la scrittura, pur presentando un 'profumo' grafico del periodo augusteo (I sec. a. C. - I sec. d. C.), in realtà non sia priva di elementi di altre epoche a dimostrarne l'impossibile collocabilità temporale.
Inoltre ho fatto rilevare come le dimensioni assolutamente inusuali del rotolo facciano pensare al fatto che in antico non fosse stato destinato a scrittura; i supporti scrittori infatti nell'essere confezionati come tali venivano ridotti a misure più contenute a quelle del papiro di artemidoro: quindi è evidente che vorrebbe itinerante - prima della necessaria pubblicazione (primo compito di ogni papirologo!) -, lo pseudopapiro di Artemidoro è stato goffamente utilizzato come cassa di risonanza da parte di chi era interessato unicamente alla promozione della propria immagine e del proprio lavoro. Addirittura in occasione dell'esposizione torinese è stato invitato anche Carlo Azeglio Ciampi, coinvolto suo malgrado in un'esibizione, che alla luce dei fatti appare farsesca; insomma una triste vicenda, che ben esemplifica lo stato in cui versa la ricerca italiana.

Aristide Malnati"
 
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view post Posted on 19/3/2008, 20:49     +1   -1




beh sentiamo le repliche dei due accusati, non dovrebbero mancare...
 
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Aryanna...
view post Posted on 20/3/2008, 16:10     +1   -1




Notizie fresche... quasi di giornata! :)

"Artemidoro, il papiro non è un falso
di Dino Messina - 13/03/2008

Fonte: Corriere della Sera

Presentata l'edizione critica. Salvatore Settis: escluso che sia dell'800. I dubbi filologici
Gli esperti a Berlino: l'analisi chimica lo fa risalire al I secolo dopo Cristo

Il papiro di Artemidoro campeggia da ieri in una sala dell'Altes Museum di Berlino, circondato da altri antichi reperti ellenistici ed egizi. E con l'apertura della mostra viene esibita anche un'edizione critica senza eguali, considerata dai curatori, Claudio Gallazzi, antichista dell'università di Milano, Barbel Kramer, dell'università di Treviri, e Salvatore Settis, storico dell'arte antica e direttore della Normale di Pisa, la «prova del nove» che quella sottile e preziosa pergamena acquisita dalla Fondazione per l'arte della Compagnia di San Paolo per 2.750.000 euro sia autentica. O meglio, proprio di Artemidoro non è, ma è una copia che risale «almeno al primo secolo dopo Cristo».
In realtà di argomentazioni per contestare l'ipotesi del falso sostenuta da Luciano Canfora ne sono state portate parecchie. Lo ha fatto ieri sera Settis durante una lectio magistralis, continueranno oggi gli altri studiosi italiani e stranieri in un convegno interdisciplinare.
Innanzitutto per la prima volta verranno resi noti dal fisico Pier Andrea Mandò, del Labec, il Laboratorio per i beni culturali di Firenze, le conclusioni delle analisi chimico fisiche condotte sul papiro e sull'inchiostro. «Le analisi condotte con il carbonio 14, utilizzando la tecnica della spettroscopia di massa con acceleratore su tre campioni del papiro — ci ha detto Mandò — ci fa dire che al 95% il reperto può essere datato tra il 40 avanti Cristo e il 130 dopo Cristo: al 68% l'intervallo di probabilità è compreso tra il 15 e l'85 dopo Cristo». Anche sulla base di questi risultati, ha confessato Gallazzi, «abbiamo spostato, di circa un secolo la datazione del testo, rispetto a una prima ipotesi del 1998. Dal I secolo avanti Cristo al primo dopo Cristo». Non l'originale dunque del II libro della Geografia di Artemidoro, ma una sua copia fatta su un papiro che secondo la famosa teoria delle tre vite, ribadita ieri sera da Settis, fu abbandonato per un errore, quindi servì in un primo tempo come repertorio con disegni di animali reali o fantastici in una bottega artigiana, quindi fu usato per disegni anatomici. Le analisi chimiche hanno riguardato anche l'inchiostro. «Il papiro di Artemidoro — ha detto Mandò — è stato scritto con inchiostro vegetale, a base puramente organica, non con inchiostro metallo-gallico, basato cioè su sali metallici, come si usava nell'Ottocento». Una affermazione che escluderebbe totalmente l'ipotesi avanzata da Canfora secondo cui il papiro potrebbe essere opera di un falsario greco vissuto nell'Ottocento, Costantino Simonidis.
E la prova di polvere di grafite che un anno fa trapelò da un laboratorio di Brescia? «Si tratta di cristallizzazioni di sostanze vegetali avvenute successivamente ». Dall'analisi chimico fisica a quella dello stile, i curatori del volume non hanno trascurato nessun aspetto, tanto da chiedere il contributo del filologo della Sapienza di Roma, Albio Cesare Cassio, convinto assertore dell'autenticità ma anche del fatto che Artemidoro, soprattutto nelle prime due colonne del testo, una sorta di proemio che canta le lodi della geografia, «era scrittore a tratti involuto, diremmo oggi barocco, raro esempio di prosa "asiana". Ma di qui a sostenere, come fa Luciano Bossina, che si tratti di un linguaggio teologico risalente a epoche bizantine ce ne corre. L'errore che fanno i sostenitori dell'ipotesi che il papiro sia un falso è di non considerare quanto sia grande il patrimonio perso della cultura antica, sicché quasi ogni papiro scoperto ci propone una parola che non conoscevano o ci fa retrodatare di secoli l'uso di un altro termine».
Questo è l'argomento usato contro chi come Stefano Micunco ha sostenuto che alcune parole, quali
kenalopex, anatra con volpe, fossero state attinte dal falsario Simonidis addirittura da repertori del 1600. «Considero Canfora — ci confida Cassio — uno studioso di intelligenza e competenze superiori alla media, ma questa volta lui e i suoi allievi si sono innamorati di una ipotesi sbagliata».
Il problema, incalza Settis, «non è l'interpretazione di Canfora, ma i problemi aperti da questo papiro che nemmeno l'edizione critica riesce a risolvere appieno. Qual è per esempio la funzione di quella cartina in cui si vedono strade, fiumi e vignette ma senza precise indicazioni toponomastiche?». Forse si tratta di una parte della Spagna descritta nelle colonne quarta e quinta del testo, ma non ne siamo sicuri.
E l'obiezione di fondo secondo cui il papiro di Artemidoro conterrebbe una sintesi fatta da Marciano, poi ripresa da Stefano di Bisanzio, quindi nel decimo secolo da Costantino Porfirogenito, quindi edita e corretta nel 1800 da August Meinecke? Rivelerebbe insomma tutti questi passaggi e sarebbe perciò un falso.
Secondo Settis, «questa obiezione non sta in piedi. Canfora e i suoi allievi hanno in realtà rovesciato i termini del problema e hanno creduto così di ricostruire il falso». Quanto alle «congetture» apportate da Meinecke, «a mio avviso — aggiunge Cassio — ci restituiscono l'Artemidoro autentico».
Insomma in questi due giorni berlinesi si parla molto di filologia, chimica, fisica, papirologia. Al centro della discussione Artemidoro, ma anche Luciano Canfora, che non si sa perché non sia stato invitato. Avrebbe potuto rispondere alle obiezioni a lui mosse fra le pagine 56 e 60 dell'edizione critica pubblicata dalla Led. Compresa questa: «Se si guardano i disegni al microscopio, si vede agevolmente che essi furono tracciati su un supporto perfettamente integro, giacché non ci sono sbavature di inchiostro nei fori, né segni stesi su fibre scomposte, né tratti interrotti prima dei buchi, che sono indizi di contraffazione. Non è pensabile che un rotolo di 3 metri senza la minima lesione possa essere venuto nelle mani di un falsario, il quale lo avrebbe imbrattato di disegni, per poi farlo a pezzi e nasconderlo dentro un ammasso di papier maché da vendere per pochi soldi a Saiyd Khashaba Pasha»."
 
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view post Posted on 20/3/2008, 16:32     +1   -1




eh eh eh te lo avevo detto che ci sarebbe stata una replica...autorevole; Settis insegna alla normale di Pisa il che rende autorevole qualsiasi dichiarazione...
 
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Aryanna...
view post Posted on 20/3/2008, 16:40     +1   -1




Ciò non toglie che la sua tesi mi sembri molto poco convincente.
Non ti dimenticare che tra gli autorevoli assertori dell'autenticità delle teste di Modigliani c'era gente del calibro di Argan... :rolleyes:
 
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view post Posted on 20/3/2008, 16:46     +1   -1




verissimo, ci rimisero un bel pezzo di reputazione...
 
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Xantia83
view post Posted on 21/3/2008, 06:10     +1   -1




E' sicuramente un reperto straordinario, falso o no. Io l'ho visto e si resta a bocca aperta.

Sinceramente non saprei che dire sulla diatriba.

Non credo però che sia un brutto segno per l'università italiana, che invece si è rivelata fortemente sollecitata dalla faccenda. Questa storia ha smosso l'interesse dell'opinione pubblica specializzata- ma non solo - dalla sua quotidiana latenza assonnata.

Il fatto stesso che la situazione non si risolva rapidamente è segno che non è facile capirlo.

Quando sono venuti Canfora e Bossina a sostenere questa loro tesi al nostro dipartimento erano stati molto convincenti, ma è anche vero che alcune loro affermazioni potevano essere tranquillamente ribaltate.

Sarebbe interessante poter vedere che edizione critica sono riusciti a fare Settis e compari, spero che presto ne aquistino una copia.

Questo papiro porta con sè enormi novità, che lo rendono straordinario e dubbio:
1) 3 volte riusato praticamente integro! (Tra l'altro ovviamente non ci son le foto del cartonnage della mummia! Significa che è saltato fuori dopo un notevole giro di aste e collezioni private... )
2) Una nuova porzione di Artemidoro il geografo di cui si aveva già pochissimo, il giusto per identificare l'autore.
3) Il lessico. Se fosse originale bisogna retrodatare l'apparizione di alcuni significati di certe parole, anticipandoli di qualche secolo...

Vi dò una chicca in anteprima!

Ecco la traduzione italiana di due passi della prima colonna del papiro! (in realtà sono già in giro da un bel pò, da quando gli studenti di Canfora han fatto le foto a sgamo! :ghgh: )

CITAZIONE
rr. 1-10. Colonna I
Chi si accinge ad un'opera geografica deve fornire un'esposizione completa della propria scienza dopo avere in precedenza soppesato l'anima (gr. talanteusanta) in rapporto a tale impegno con volontà (gr. tèi thèlesei) ben protesa alla vittoria, e conformemente al preannunzio [sc. di voler scrivere un'opera geografica] e alla forza della propria virtù, rendersi pronto alle volontà e alle intenzioni dell'anima.

rr.22-40.
Uno s'impegna a darsi ai dogmi della filosofia con continue sofferenze, sempre, affinchè uno di coloro che filosofeggiano degnamente, portando quel peso degno di Atlante (gr. atlanteion ekeinon forton), abbia un peso che non affatica e abbracci la propria anima in nulla affaticata nè appesantita (gr. prosagkalìzetai ten idìan psukhen medèn kopiòsa medè baroumène); ancora di più [sc. s'impegna] ad avere propensione per la cosa, mentre la sua anima e volontà non sta per nulla inerte, ad essere insonne guardando tutto attorno, notte e giorno caricandosi la maggior parte dei beni e dei precetti.

Anche senza greco vedete:
1) una prosa contorta ed incasinatissima, ed è un incipit!
2) uno stile che sa molto di bizantino, per tutte l'espressioni pie che ci sono!
3) i corsivi sono espressioni che prima della scoperta di questo papiro apparivano solo in testi dal IV d.C. in avanti. Ora le retrodatiamo di 2 secoli! (se è vero il papiro...)

La ricerca di Bossina è stata fatta avvalendosi dei motori di ricerca che possediamo da questa generazione, che permettono di vedere quando compaiono per la prima volta dei vocaboli con un esplorazione omogenea dei testi in possesso, ma hanno anche il limite di fare un'operazione statistica limitata a ciò che possediamo.
Le novità sono sempre dietro l'angolo! ...ma senza luce magari c'è un tir che ti mette sotto. :stralol:

Edited by Xantia83 - 22/3/2008, 04:32
 
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view post Posted on 21/3/2008, 10:07     +1   -1




interessantissimo contributo, ne aspettiamo altri, grazie Xantia
 
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Athaena
view post Posted on 21/3/2008, 23:14     +1   -1




Non avevo ancora letto nulla di questo 3d.
L'ho fatto adesso e anch'io faccio i miei complimenti ad Aryanna.
Ho sempre amato la lingua e soprattutto la letteratura greca, ma credo che chi (come te) brilla nella filologia, sia davvero da baciare!

Da otto anni insegno nella scuola media (appena arrivata a Torino, mi chiamarono le suore e così mi trovai ad accumulare un bel po' di punteggio sulla A043 per ben due anni, abbandonando per sempre il liceo classico, dopo 14 anni di lezioni private di latino e greco) e devo proprio dire che leggere quanto da te scritto... beh, mi ha fatto venire una grande nostalgia! :)
 
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Aryanna...
view post Posted on 22/3/2008, 01:55     +1   -1




Grazie degli immeritati complimenti, Athy ;).
Ma dal "mio" (-_-) Xantia vorrei proprio sapere due cose:

a)
CITAZIONE
rr. 1-10. Colonna I
Chi si accinge ad un'opera storiografica deve fornire un'esposizione completa della propria scienza

Perché storiografica? Non dovrebbe essere geografica?
b) perché non hai postato questo intervento anche su Tracce <_< (http://tracce.forumfree.net/?t=26199780)?

Tsk. -_-
 
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45 replies since 18/3/2008, 09:45   1944 views
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